Ninfee Nere

Seguendo l’ennesimo, interessante, qualificato consiglio di Alessandro Pasquinucci, in questo periodo le mie giornate, quando la notte bussa alla finestra, si concludono in compagnia delle pagine di un bel libro. Di quei libri che un secondo prima di addormentarti posizioni con cura sul comodino, non vedendo l’ora di poterlo riaprire.

Il volume in questione si intitola: “Ninfee Nere” (edizioni e/o) ed è stato scritto da Michel Bussi, l’autore francese di gialli attualmente più venduto oltralpe, maestro riconosciuto dell’alchimia tra manipolazione, emozione e suspense.

Tradotto in circa trenta lingue, così viene presentato: “Le sue trame sono congegni diabolici in cui il lettore è invitato a perdersi e ritrovarsi tra miraggi, prospettive ingannevoli e giochi di prestigio“.

La trama, ma è meglio non indagare molto perchè sono più o meno a metà della storia, è questa…

A Giverny in Normandia, il villaggio dove ha vissuto e dipinto il grande pittore impressionista Claude Monet, una serie di omicidi rompe la calma della località turistica. L’indagine dell’ispettore Sérénac ci conduce a contatto con tre donne. La prima, Fanette, ha 11 anni ed è appassionata di pittura. La seconda, Stéphanie, è la seducente maestra del villaggio, mentre la terza è una vecchia acida che spia i segreti dei suoi concittadini da una torre. Al centro della storia una passione devastante attorno alla quale girano le tele rubate o perse di Monet (tra le quali le Ninfee nere che l’artista avrebbe dipinto prima di morire). Rubate o perse come le illusioni quando passato e presente si confondono e giovinezza e morte sfidano il tempo. L’intreccio è costruito in modo magistrale e la fine è sorprendente, totalmente imprevedibile. Ogni personaggio è un vero enigma. Un’indagine con un succedersi di colpi di scena, dove sfumano i confini tra realtà e illusione e tra passato e presente. Un romanzo noir che ci porta dentro un labirinto di specchi in cui sta al lettore distinguere il vero dal falso.

Detto questo aggiungo solo una cosa. In questi giorni, con piacere, su Facebook, sono incappato in alcune immagini (come quella che vi propongo) in cui si può ammirare la casa e parte dello splendido giardino in cui Monet ha vissuto e dove ha realizzato splendide opere pittoriche. E’ l’ambiente dove si dipana la storia di Bussi, è un aiuto portentoso per dar vita, nella mia mente, allo scenario che mi accompagna durante la lettura.

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