Una realtà bianconera

Al lavoro come ogni giorno. Decine e decine le persone che mi passano davanti alle quali, grazie anche ai miei preparatissimi colleghi, cerchiamo di dare una risposta od un servizio, concreto e positivo, alle loro richieste. Ed ecco che ad un certo punto la figura che ho davanti attrae, in particolar modo, la mia attenzione. Mentre sbrigo le pratiche previste, lo “studio” attentamente e sento salire quella sensazione che è un misto indefinito di curiosità ed emozione, ma che non riesco ad utilizzare per capire effettivamente con chi ho a che fare. Questione di pochi minuti ed arriva il figlio, che io conosco bene, il quale mi sorride e dice: “Questo è mio padre!“. Clic in qualche parte del cervello, la luce si accende, e tutto si fa chiaro….

Sergio Dossena, classe 1945. Un giocatore del Viareggio, un grande giocatore che ha indossato la maglia delle zebre. Mi alzo e gli stringo la mano, la prima cosa che mi viene in mente per, in qualche modo, ringraziarlo di avermi riempito il cuore di bellissimi momenti. Erano i tempi in cui andare allo stadio significava incontrare gli amici, condividere quel senso di appartenenza ad una comunità che è amore per la Città. Fremere per un gol, combattere con il peso del magone nato dopo una sconfitta, unirsi al coro della gradinata o della tribuna, scaldarsi al sole che illuminava i pini, bagnarsi sotto una pioggia a cui non facevi caso. Sentire il profumo dell’erba, il suono dei calci al pallone, la musica pre partita, la voce di Brunello, le labbra salate per le troppe “seme”, la pausa intervallo per chiacchere e saluti, le voci che uscivano dalle radioline, il triplice fischio finale ed il ritorno a casa.

E la cosa bella è che non è stato un sogno, ma una indimenticabile realtà bianconera. Forza Viareggio sempre!

Sergio Dossena
Cavallito, Cupisti, Dossena

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