Il sogno di Degas

Quando sali su un palco per presentare uno spettacolo, qualunque esso sia, hai tante responsabilità. Prima fra tutte quella di esprimere, con le parole che utilizzi, il senso e la qualità del lavoro, della passione, dell’impegno e molto altro ancora, che quello spettacolo ha richiesto. Un ruolo delicato che anche ieri sera, in un auditorium Enrico Caruso stracolmo di pubblico, ho cercato di interpretare al meglio delle mie capacità. In scena “Reve de Danse“, dello studio Giselle di Torre del Lago Puccini, della straordinaria Angelica Francesconi a cui mi lega una stima ed un affetto nati ai tempi dei saggi dell’indimenticabile Madam Giselle Loren.

E’ stata una serata bellissima, emozionante, profondamente e qualitativamente coinvolgente che si è sviluppata sulle note di una musica fantastica e passi di danza e coreografie da applausi. La storia (soggetto di Angelica) di Edgard Degas, il “pittore del movimento”, il “pittore delle ballerine” che, giovanissimo, cerca nel suo studio idee, creatività e stimoli per riempire una tela bianca, in attesa su un cavalletto. Una ricerca difficile, complicata, faticosa. Per questo il protagonista, interpretato da una eccellente Elena Iannotta, alla fine cede al sonno ed entra in un sogno che si dipana tra paura, rabbia, sconforto, sentimenti, disegni ed emozioni.

Emozioni che, al termine, quando il quadro mostra il risultato di tutta questa elaborazione, diventano un brivido che ha scosso i presenti, coinvolgendoli in un interminabile applauso finale. Davvero una gran bella serata, dedicata a tutti coloro che hanno un’idea, che aspirano a qualcosa di più. A chi va controcorrente, a chi spera, sogna, si impegna e riesce a farcela.

Ed in questo caso, credetemi, ciò che sono riusciti a fare (nessuno escluso) è stato un qualcosa che ricorderanno e ricorderemo per tanto tempo. Grazie.

L’arte non è ciò che vedi, ma ciò che fai vedere agli altri
Edgar Degas

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