Dedicato a chi fa musica

Un ampio spazio con sedie e tavolini. Bar e gelateria su un lato, ristorante sull’altro, parco giochi tutto intorno. Ad un estremità una pedana, più che un palco, qualche luce e due casse per l’amplificazione. Tanta gente. Alle 21 in punto appare Lui. Qualche accordo per controllare se tutto è a posto e si comincia. Nessuno che lo presenti, niente che ci permetta di sapere chi è. Un cane al guinzaglio abbaia. Bambini che corrono in libertà, gente distratta in chiacchiere e pensieri, oppure persi nel pozzo senza fondo che sono i monitor dei telefonini. Lui suona e canta. Canta ad occhi chiusi, accarezzando le sei corde della chitarra elettrica bianca. È bravo. Romeo and Juliet dei Dire Straits, Hotel California, Via con me di Paolo Conte. Una bimba gli passa davanti nascosta in una nuvola rosa di zucchero filato, due biciclette si rincorrono, un ragazzo abbraccia la sua ragazza. Chi lo ascolta applaude convinto. Chi fa altre cose, appare e se ne va, ma in tutti, consapevoli o no, entra quel senso di bellezza, quel pizzico di emozione che la musica nasconde e diffonde, per merito di tutti coloro che, come Lui, danno vita all’insieme delle note.

Applausi e grazie.

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