Una marmellata andata a male

Le elezioni regionale in Abruzzo hanno proposto due candidati. Uno del centro destra, che poi ha vinto, ed uno del “Campo Largo“, etichetta che significa tutto e niente, all’interno della quale le forze in campo erano “presenti per forza”. L’unico collante, infatti, era tentare di vincere con la consapevolezza che il giorno dopo la consultazione sarebbero arrivati i contrasti e le liti su poltrone, programmi, meriti e rivendicazioni. In pratica, una marmellata andata a male, piena di muffa, che gli elettori hanno rifiutato alimentando, non è un caso, il dato dell’affluenza che si è fermata di poco sopra al 50% (52,2% per essere esatti). Ma davvero qualcuno crede che le cose possano cambiare ignorando l’esigenza di recuperare la partecipazione, il confronto e la trasparenza su idee, proposte e candidati? Questo, se vogliamo davvero costruire un futuro diverso, dovrebbe essere fatto, aldilà di accordi di potere favorendo gli interessi dei soliti noti. Solo a questo punto, è il mio modestissimo parere, le persone potrebbero decidere, finalmente, di scendere in campo.

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