C’è sempre una scusa…

Si è parlato molto, in questi ultimi giorni, della vicenza che ruota attorno alla partecipazione di Fedez al concerto del 1° maggio . Molti i temi su cui riflettere e confrontarsi. I valori collegati al diritto al Lavoro (forse e purtroppo tra i meno dibattuti in questo, come in altri, contesti), la libertà di espressione, la censura, la politica e la Rai, la politica nella Rai e tanto altro ancora.

Soprattutto, però, le parole pronunciate da Fedez sul palco di Roma, tentavano di accendere il faro dell’attenzione su un disegno di legge contro l’omotransfobia (primo firmatario Alessandro Zan) e su alcune dichiarazioni pubbliche di politici della Lega.

Ed è accaduto, come spesso accade, che in molti, anzichè entrare nel merito delle questioni, abbiano “divagato” ritenendo più opportuno parlare del cappellino Nike, della moglie influencer, del “ma però…“, del “si comunque…”, del “ma lui in passato…” e via andare.

In pratica si è cercata una scusa per non doversi assumere la responsabilità di dire la nostra sul tema. Dichiarare il nostro parere rispetto ai temi espressi. Esprimere il proprio pensiero riguardo alle parole poste sul tavolo della discussione e del confronto. Un atteggiamento sempre più frequente a tutti i livelli, specie sui social.

E a propositi di social. Sul profilo Instagram di Fedez il video col suo discorso dal palco del primo maggio è stato visto molto più di 15 milioni di volte. Sono numeri che la Rai fa per le partite dell’Italia al mondiale…

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