Le Storie siamo Noi

Giovedì scorso, per la terza volta in questo “anno scolastico”, sono stato invitato dal Presidente di Unitre Versilia Paolo Fornaciari a condurre uno degli incontri bisettimanali che si tengono presso la Sala Barsanti della Croce Verde. Per questo appuntamento avevo preparato una scaletta di spunti racchiusi all’interno del titolo: “Le Storie siamo Noi”.

E’ stato un racconto orale che si è dipanato tra storie di luoghi, personaggi, ricordi ed esperienze della Viareggio di ieri, ma anche di quella di oggi. Sono partito da un negozio che, intorno a fine 800, inizio 900 si trovava in via Garibaldi, esattamente al civico 54; la Cartoleria Michetti di cui ho descritto gli articoli che era possibile acquistare: carta, cartoncini, inchiostri, penne, colle, gomme, cartelle, libri e mentre parlavo ne sentivamo il profumo, ne catturavamo il fascino antico. Sfogliando un libriccino curato da Federica Ghiselli ho, poi, raccontato come fu scelto nel 1946 l’autore del busto a Giuseppe Tabarracci. Le modalità del concorso, i termini, i tempi e l’unanime indicazione che una giuria di grandissimi artisti ed uomini di cultura della nostra Città (ne cito solo alcuni: Alfredo Pardini, Elpidio Jenco, Renato santini, Uberto Bonetti, Antonio D’Arliano, Giuseppe Ciuffrida, Alfredo Catarsini, Danilo Di Prete, Fernando Tofanelli ed Enrico Pea) premiò lo scultore Inaco Biancalana il cui figlio, Giuseppe, era seduto davanti a me in prima fila. (Una copia del busto è conservata negli spazi Cup e Centro Prelievi della sede di via Garibaldi). E a proposito della Croce Verde ho rilancio anche l’appello che recentemente Giuliano Olivi mi ha inviato riguardante la pulizia della tomba della Famiglia Nelli, al Cimitero di Viareggio. “Enrico Nelli – come scriveva Enrico Vettori – merita la gratitudine dei viareggini ed un posto adeguato nella memoria della nostra Città”. Fu, infatti, presidente della Croce Verde, Sindaco di Viareggio dal 1915 al 1917, presidente del Comitato Carnevale nel 1923 e tante altre cose.

Dopo un accenno al personaggio straordinario di Maria Valtorta, mistica che visse a Viareggio per tanti anni nella casa di via Fratti 257, rimasta tale e quale al giorno della sua morte avvenuta il 12 ottobre 1961 (è gestita da una Fondazione, si può visitare), ho raccontato Clelia Merloni che “conobbi” nel 2018, anno della sua beatificazione, grazie a Mario Bindi che mi coinvolse nella messa in scena di uno spettacolo a lei dedicato, con una grandissima Ilaria Casagrande nel ruolo di questa persona che dopo aver sognato Viareggio, che non conosceva, decise di lasciare tutto e giungere in città dove fondò il “Sacrò Cuore di Gesù” ed, oggi, (morì a Roma il 21 novembre 1930) è famosa in molte parti del mondo, a partire da Brasile e Stati Uniti.

Sono passato, quindi, all’esempio, al coraggio ed ai valori che ci ha lasciato Lamberto Manfredini , un viareggino che lottò per la libertà di tutti, per gli ideali di pace e solidarietà e del quale, mi piacerebbe scrivere un monologo teatrale di cui ho già buttato giù una traccia.

Venendo all’attualità, prendendo spunto dal ritrovamento dei resti di una balena a Viareggio (presto ne saprete di più, avendo in programma un’intervista molto interessante), ho messo assieme il Moby Dick di Melville, la “non balena” di Pinocchio (tutta colpa di Walt Disney) che, in realtà, era un terribile pesce-cane “più grosso di un casamento di cinque piani e con una boccaccia che ci passerebbe comodamente tutto il treno della strada ferrata colla macchina accesa“, la descrizione d’epoca del Bagno Balena, rotonda compresa, il Moby Dick di Luigi Verlanti e Giovanni Lazzarini (primo premio del Carnevale 1994), la Balena Bianca della DC ed in particolare il concerto di Neil Young allo Stadio dei Pini per la Festa Nazionale dell’Amicizia (11 settembre 1982) ed, appunto, la Balena di Bicchio.

Gran finale con la storia, che già conoscete, del costume nero da Pierrot indossato da varie generazioni e “scoperto” in diretta al Carnevaldarsena 2023, poco prima della premiazione del “Trofeo Beppe Bugia”. Confesso che quando, per concludere, ho svelato il nome della bambina che lo indossava quella sera (Matilde), mi sono commosso, anche perchè tutte quelle persone che avevo davanti mi avevano concesso un’ora del loro tempo ed un’attenzione ed una partecipazione davvero emozionanti.

Grazie

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