Auguri Roberta

E’ stata, è, uno dei personaggi più genuini e caratteristici di Viareggio. Vive nella memoria e nel ricordo di chi l’ha conosciuta, ha visto le sue foto (indimenticabile quella di Renzo Belli che la ritrae in bicicletta sotto la pioggia) o ne ha solamente sentito parlare: la “Robertona”. Racconta la sua storia la nipote Alfreda. Lo fa con affetto ed una commozione coinvolgente, partendo da una data di quelle che fermano il tempo, il centenario della nascita. Roberta Virginia Biancalana, infatti, nasce a Viareggio il 1° novembre del 1923, significativamente lo stesso giorno di Lorenzo Viani (1882).

Suo padre era Alfredo Biancalana, un calafato. La mamma, invece, Simoncini Rosa Gianna “Giannina” una lavandaia. Ed era proprio Roberta che, con un carretto di legno attaccato alla bicicletta, ritirava e riportava i panni da lavare direttamente nelle case di chi ne faceva richiesta. La più grande di tre sorelle, le altre due si chiamavano Ivana e Raffaella, era amica di tutti. A chi non la conosceva, con quella sua figura possente, incuteva un certo timore, ma era buona, simpaticissima, generosa, sensibile ed esuberante.”Ha fatto veramente del bene” – sottolinea Alfreda che con il fratello Alberto ed il cugino Luca sono i testimoni che illuminano i ricordi – “voleva bene e, per questo, molte persone ci facevano grande affidamento, contando sulla sua illimitata generosità”. Si dava tanto da fare anche per trovare un lavoro ai più giovani, soprattutto all’interno dei cantieri della Darsena.

La domenica e nei giorni di festa comandata andava alla messa e tutti gli anni, ad ottobre, faceva visita al Santuario di Montenero. Prendeva la Lazzi la mattina e tornava nel pomeriggio con un regalino benedetto per tutti; la calamita con la Madonna per la macchina e medagline che regalava a chi riteneva meritevole. A Natale, poi, non si dimenticava mai dei bambini del De Sortis.

Era legata a quelle cose che i viareggini custodiscono nel cuore… le zebre (era una vera e propria intenditrice di calcio), il carnevale, lo sport in generale. Presenziava alle più importanti manifestazioni pubbliche, non passando certo inosservata. Frequentava il Bar Roma, era molto amica dei componenti delle famiglie circensi dei Togni e degli Orfei ed era una “sensala”. Con l’arrivo della primavera la si poteva incontrare sul viale dei Tigli, all’angolo con via Coppino, comodamente seduta e con un cartello “Affittasi case” in bella vista. Al suo fianco, immancabile, il fido cane Dick, un setter bianco a cui faceva indossare occhiali da sole. Fumava Gauloises Blu senza filtro e si muoveva a bordo di un Solex rinforzato a cui era stato applicato un sellino enorme. Indossava un grembiule cucito a mano dalla sorella Raffaella ed una larga mantella, abbinata ad un a borsa, fatte con tele della veleria Puosi. In molti l’avranno incontrata ai piedi del vecchio cavalcavia, in attesa di qualcuno che la aiutasse a salire. Perentoria, in questo caso, la sua richiesta: “Oh caccoloso attacchimi…”. Per dire quanto fosse conosciuta in città, c’è un episodio tra i tanti che lo conferma.

Siamo a metà degli anni ’60. Fa amicizia con dei ragazzi tedeschi che erano in vacanza in un campeggio sul Viale dei Tigli. Li porta a visitare Pisa, Livorno, Lucca ed altre città vicine. Quando tornano a casa per ringraziarla decidono di spedirle una foto del gruppo con lei al centro. Non sanno, però, il suo cognome ne tanto meno l’indirizzo. Hanno solo pochi riferimenti: “Signorina Robertona, Viareggio, Lucca, Italia”. Nessun problema, il pacchetto arrivò regolarmente nella casa di via dei Comparini.

Muore all’età di 59 anni, l’8 giugno del 1982. Le ultime parole, dal letto dell’ospedale, non sono per lei, ma per il nipote che accompagnava ogni giorno all’asilo…: “Chi lo va a prendere il bimbo…?”, riesce a dire pochi istanti prima di chiudere gli occhi. E se anche voi, a questo punto della lettura provate a chiudere i vostri occhi, sicuramente la “rivedrete” in quella affascinante dimensione che sono i ricordi e le emozioni. Proverete lo stesso brivido delle migliaia di persone che, nei giorni del Carnevaldarsena del 2020, ebbero la fortuna di incontrarla in quello straordinario omaggio che le fece Marco Bemi, a cui, per questo, fu assegnato il “Trofeo Beppe Bugia”.

Auguri Roberta

Articolo pubblicato in data 1 novembre 2023 da Il Tirreno

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