Cavallucci Caproni e Gordi

Di Ludwig Zaller

Il professor Ludwig Zaller in compagnia di alcuni ospiti illustri, tra i quali il principe Pasquinucci e la famiglia reale, ha assistito dal suo balcone alla sfilata carnevalesca riportandone contrastanti opinioni. La qualità media è apparsa elevata, il che significa che le sorti del carnevale sono salve. Continueremo ad avere grandi costruttori per molti anni a venire e giovani che crescono, pur in presenza di un regolamento di stampo oligarchico.

Per prima cosa, secondo Zaller, lo spettatore più attento è ormai stanco di dinosauri, mammuth e balene. Questo tipo di carri può suscitare una estemporanea meraviglia di cui presto ci si stanca. Di nuovo hanno poco e sono facili da realizzare. Una certa fatica mostra l’allegoria di Avanzini, quasi a suggerire una stanchezza dell’autore. E gli stessi Lebigre non hanno dato vita ad un carro che ha colpito.

Molti elementi di pregio nel carro vincitore, più leggero delle opere precedenti di Allegrucci. Meno ossessionato dall’horror vacui, Allegrucci recupera alcuni elementi tipici della imagerie carnevalesca viareggina, poi spariti, come le onde in movimento e i cavallucci marini. Qualche suggestione di Giacometti e della statuaria etrusca nelle gambe svettanti del grande cavallo color rame dei Lombardi.
Le rivelazioni però sono due. Ci vorrebbe uno studioso di iconologia (la scienza che studia il significato delle immagini) per ricostruire il significato del misterioso carro dei Cinquini, nel quale un caprone proveniente da una tradizione figurativa nordica, simbolo della parte materiale e corporea dell’uomo, forse addirittura del demonio, viene servito al bancone di un bar da una rana. Una riproduzione della Gioconda fa da contrasto ricordandoci che esistono anche valori come la bellezza e l’armonia. Zaller cita in proposito opere enigmatiche, di cui ancora non si conosce il senso, come La tempesta di Giorgione.

L’anno scorso Zaller ebbe a scrivere che Matteo Raciti avrebbe meritato di vincere una sorta di premio assoluto, indipendente dalle categorie, con il suo labirinto, primo carro orizzontale della storia. Lo stesso si può dire del Gordo di quest’anno, miglior carro, o giù di lì, perfetto nella essenzialità ed economia delle forme, con memorie futuriste alla Balla.

Il fanciullo in preda alle droghe non ha colpito invece Zaller in modo particolare e quanto al carro cinese di Fabrizio Galli, a Viareggio non è stato notato ma c’è da credere che sfilerà in numerosi carnevali del mondo, asiatici e non.
Resta da dire qualcosa su di un ritorno simbolico ma importante. Si è rivisto finalmente il geniale e sensibile Gionata Francesconi su di un carro, mentre è scomparso dalla sfilata Libero Maggini, e questo è un fallimento su cui si dovrà riflettere. Non è possibile che il regolamento abbia tormentato uno degli artisti più meritevoli della scena viareggina fino a farlo ritirare.

Zaller si è quindi ritirato nel suo studio dove attende alla revisione del suo opus maior sul carnevale rinascimentale.

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