Il carettino

Qualche giorno fa ho avuto l’occasione di rientrare in una casa che aveva visto scorrere i giorni della mia giovinezza, quando abitavo in Corso Garibaldi. Parliamo di oltre quaranta anni orsono, ma tutto questo tempo non ha cancellato ricordi, emozioni, persone, esperienze. Quelle stanze, l’arredamento, i quadri alle pareti ed i libri sugli scaffali, infatti, erano così vivi nella mia mente e nel mio cuore che, varcando la porta, pareva fossero trascorse solo poche ore da quando ero il piccolo Stefano.

Ad un certo punto, poi, nell’ orto, l’Amico che aveva permesso tutto questo mi ha indicato un oggetto in legno, pitturato di rosso; il carettino a cuscinetti. Uno dei tanti che da bamboretti costruivamo per giocare, in strada e nelle piazze. Testimone invincibile di un sacco di risate ed escoriazioni varie che rimanevano per mesi sulle ginocchia e nei gomiti. Che corse scendendo il cavalcavia. Quante sfide, quanti sogni di essere piloti invincibili e famosi. Quante spinte finite male, vissute con incoscienza e senza contro figure. Quanta bellezza!

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